Il tutto nasce quasi per caso, nel Gennaio del 2019, davanti ad un caffè presso la sede CRI del comitato locale di Mondovì, quando il Dott. Davide Gasparino, racconta la sua idea al Dott. Filippo Gatti e al Prof. Giancarlo Cardone, il quale, fulminato dalla prospettiva, coinvolge subito l’ing. Prof. Paolo Tealdi.
Davide e Filippo, da sempre coinvolti e partecipi in prima persona nella formazione e nella sensibilizzazione della popolazione in materia di primo soccorso, da tempo si domandavano come sarebbe stato possibile rendere facile ad un laico decidere di iniziare una rianimazione cardio-polmonare (RCP) in caso di arresto cardio circolatorio improvviso (ACC). L’aiuto di Paolo e Giancarlo, attraverso le loro competenze tecniche e l’attivazione praticamente immediata di un PON presso l’istituto Cigna il quale ha creato un progetto di alternanza scuola-lavoro con 8 studenti meritevoli, ha completato la squadra di lavoro che ha affrontato questa avventura.
Perchè non sfruttare la tecnologia odierna per ottenere ciò che ci si era prefissato?
Inizialmente si pensava di poter insegnare allo smartphone, appoggiato sul torace della persona priva di sensi, a comprenderne l’attività respiratoria; la difficoltà nel gestire tecnologie non uniformi ha subito fatto naufragare l’idea a vantaggio di un device più piccolo, versatile, economico e sviluppabile.
Inizia così la partenership con il team di Bleb Technology, una fabless company che progetta i BLE-BRICKS, mattoncini intelligenti realizzati con una tecnologia brevettata grazie alla quale, con il loro assemblaggio, si possono creare nuovi dispositivi elettronici con una sensoristica capace di soddisfare le esigenze di questo team.
Dopo mesi di lavoro e studi nasce finalmente FASTBREATH, un nuovo strumento che, avvalendosi di specifici sensori, è in grado di determinare l’assenza di segni vitali (in particolare l’assenza di atti respiratori efficaci, vero e proprio punto di partenza delle procedure di RCP) che può trovare sviluppi si in emergenza territoriale che in maxiemergenza.
Ad un apparato batteria, sono stati uniti una serie di sensori, quali un accelerometro, un giroscopio, un sensore di forza G e diversi moduli di comunicazione (Bluetooth, SigFOX…) in grado di determinare l’escursione toracica e la frequenza respiratoria e di trasmetterla ad una centrale di risposta o attraverso il cellulare che effettua la chiamata di soccorso al 112 oppure direttamente attraverso reti LPWAN ad una UCL in luoghi impervi o martoriati da una catastrofe.
Sarà possibile avere una variante con modulo GPS in grado di geolocalizzare il segnale in assenza del supporto legato al cellulare chiamante
Le informazioni veicolate da questa generazione di sensori, permettono una risposta in tempo reale per i dipartimenti di emergenza che necessitano di azioni sistematiche in situazioni estreme e tempo dipendenti, riducendo i tempi di attesa sia nella ricezione dei dati, che nell’inizio dell’operatività verso pazienti critici.
Lo strumento, che sviluppa un algoritmo di IA basato su un archivio di misurazioni effettuate e validate dal team, diventa modello per un nuovo e rivoluzionario concetto di approccio nelle situazioni di ACC.
La grande svolta consiste nel fatto che questo strumento, di basso costo ma di grande impatto sociale, può essere utilizzato dalla popolazione stessa e da una rete di first responders e non esclusivamente da personale sanitario addestrato. Ognuno di noi può fare la differenza con questo strumento, nessuno escluso.
I tassi di sopravvivenza in caso di ACC improvviso in Italia sono inferiori al 7% (3% a 60 giorni dall’evento!), la principale causa è certamente il ritardo nell’inizio delle manovre RCP; ciò ci è detto dai tassi di sopravvivenza dei paesi in cui l a formazione è più capillare e anziana nel tempo, i quali raggiungono picchi di eccellenza vicini al 40%.
La chiamata al servizio di emergenza territoriale, in caso di malore improvviso, genera la richiesta di iniziare le manovre che non sempre è certa da parte degli operatori e soprattutto, non sempre è sentita come necessaria da parte del chiamante.
Il possesso di questo piccolo ma efficace strumento da parte della popolazione, che potrà essere tenuto con se simile ad un portachiavi, farà da leva per il sempre maggiore sviluppo di una rete di sensibilizzazione e formazione della popolazione. Il semplice possesso aumenterà la consapevolezza di sé da parte dell’utente, sempre più propenso a muoversi efficacemente in caso emergenza ed a iniziare le manovre RCP precocemente, senza la preoccupazione di provocare danni e con la certezza della necessità di metterle in pratica.
Fastbreath e il suo contesto di diffusione e formazione, aiuterà nel superamento delle paure proprie di chi si trova davanti ad un arresto cardiaco, aumenterà la sicurezza delle persone ad intervenire consapevolmente, in diretto contatto col sistema di emergenza territoriale che verrà allertato in contemporanea dalla app correlata (o dalle app previste dai dipartimenti regionali, perfettamente implementabili) e ridurrà drasticamente i tempi di (inizio) intervento portando ad un considerevole aumento della percentuale di sopravvivenza prevista in seguito di ACC.
La nostra idea:
- Sensibilizzare e abilitare la popolazione ad un concetto più elevato e consapevole di risposta in caso di malore improvviso;
- Creare un piccolo e poco costoso device ed una app di primo soccorso per la popolazione ed i FIRST RESPONDERS;
- Fornire in breve tempo informazioni e coordinate per effettuare il miglior soccorso possibile sia agli utenti che alle Centrali Operative;
- Mappare e consentire il ritrovamento e l’utilizzo del più vicino DAE (Defibrillatore semi-automatico esterno) in caso avvento avverso ACC.
Cosa vogliamo ottenere:
- Sviluppare un’idea formativa e non un business;
- Migliorare la risposta delle centrali operative, dei First Responders e dei mezzi di soccorso in termini di efficacia in relazione a migliori tempistiche di inizio soccorso da parte degli astanti;
- Sensibilizzare la popolazione attraverso la formazione e il POSSESSO del FastBreath-
E in medicina dei disastri? Quali prospettive?
- Triage “sul campo” più veloce ed efficace;
- Geo-Tag e comunicazioni con LPWAN protocols/Sigfox in assenza di servizi di rete da operatori usuali.
Ad oggi, i risvolti e i limiti della rianimazione cardio-polmonare “al tempo del COVID19” devono farci ulteriormente riflettere sulla necessità di non peggiorare la performance dei first-responder senza però dimenticare l’esponenziale crescita di necessità di sicurezza personale dagli agenti infettivi.
La procedura di rilevazione standard dell’attività respiratoria della vittima da parte di un laico, oltre ad essere un limite oggettivo riscontrabile in tutti i protocolli di valutazione previsti dalle società scientifiche internazionali, diventa in questo periodo rischiosa per definizione, dovendocisi avvicinare in maniera obbligata alle vie aeree di una persona della quale non possiamo essere sicuri del rischio infettivologico.
FastBreath permette questa rilevazione a distanza di sicurezza, senza margine di errore e senza paure correlate al contagio.
FastBreath è stato presentato ufficialmente, nel gennaio 2020, a Tel Aviv durante IPRED VI, congresso internazionale di tecnologia applicata alla medicina di emergenza e dei disastri, riscontrando grandi consensi e pieno appoggio da parte della comunità scientifica di settore.