Il defibrillatore è un dispositivo elettronico salvavita che permette l’esecuzione della defibrillazione elettrica, procedura di tipo medico che, mediante la somministrazione di scariche elettriche al cuore, ha come finalità il ripristino di un ritmo cardiaco normale e stabile in pazienti che presentano un’aritmia maligna responsabile di un arresto cardiaco (ossia, una tachicardia ventricolare senza polso o una fibrillazione ventricolare).

Difatti, una persona che all’improvviso perde conoscenza, che non risponde agli stimoli esterni e che non respira autonomamente potrebbe essere stata colpita da un arresto cardiaco. Quando il cuore non riesce a pompare il sangue in maniera adeguata verso gli organi che compongono il nostro corpo umani, i tessuti, non ricevendo ossigeno, vanno incontro a danni, talvolta permanenti e irreversibili, che possono portare rapidamente alla morte.

In queste condizioni, se il paziente viene soccorso con un massaggio cardiaco e utilizzando un defibrillatore entro 3-5 minuti dall’evento, la probabilità che sopravviva può arrivare fino all’80%.

Se pensiamo che in Italia, ogni anno, vengono colpite da arresto cardiaco improvviso circa 70.000 persone e nel 85% dei casi questo accade in presenza di testimoni, è molto semplice capire che con un defibrillatore a portata di mano si potrebbero salvare migliaia di persone.

Il defibrillatore è generalmente composto da un’unità centrale dedicata all’analisi del ritmo cardiaco del paziente e da due elettrodi (o piastre) attraverso i quali vengono trasmesse le scariche elettriche al torace dello stesso.

defibrillatori automatici e semiautomatici esterni, detti anche DAE, si differenziano da quelli manuali per la loro capacità di rilevare automaticamente se è necessario o meno erogare una scarica elettrica al cuore del paziente. Quindi, se si è testimoni di un arresto cardiaco e si ha a disposizione un defibrillatore DAE, anche una persona laica, ossia un non professionista, può salvare la vittima.

Come utilizzare un defibrillatore

Un defibrillatore, collegato ad una presa di corrente o funzionante mediante batteria, è un apparecchio in grado di somministrare scariche elettriche al cuore del paziente attraverso due elettrodi, ossia due piastre metalliche che vengono posizionate sul torace dello stesso. L’applicazione degli elettrodi può avvenire in diversi punti del busto, ma la posizione più frequente è la seguente: una piastra metallica sotto la spalla destra del paziente e l’altra appena sotto l’ascella sinistra. Naturalmente, però, l’utilizzo di un defibrillatore varia a seconda del modello che si sta utilizzando.

Il defibrillatore semiautomatico esterno (DAE) è un apparecchio costruito con una determinata tecnologia in grado di analizzare automaticamente il ritmo cardiaco di un soggetto e di stabilire se è necessario o meno erogare una scarica elettrica al cuore del paziente. Per tale motivo, questa tipologia di defibrillatore è utilizzabile anche da personale “laico”, cioè non medico, e, quindi, anche da un cittadino qualunque. All’operatore, infatti, non è affidata nessuna tipologia di diagnosi: è il dispositivo stesso, come detto poc’anzi, ad analizzare il ritmo cardiaco del paziente e ad indicare se è necessario o meno effettuare una defibrillazione. Generalmente, l’analisi del ritmo cardiaco richiede dai 10 ai 20 secondi di tempo e avviene per mezzo degli elettrodi che, questo sì, devono essere posizionati dall’operatore sul torace del paziente.

Utilizzando un defibrillatore semiautomatico esterno, quindi, non è possibile erogare uno shock se il dispositivo stesso non ha stabilito che è necessario, perché il pulsante (di solito contrassegnato da un lampo) viene automaticamente bloccato. Quando invece ce n’è bisogno, all’operatore è richiesto solo di premere il pulsante di scarica, accertandosi che nessuno stia toccando il paziente.

Secondo la legge italiana, in caso di emergenza chiunque può utilizzare un defibrillatore semiautomatico esterno, anche se non provvisto del patentino. I defibrillatori semiautomatici odierni, infatti, sono dotati di un sistema vocale che impartisce le istruzioni che rendono lo strumento utilizzabile in sicurezza anche da chi non ha il patentino. Attualmente, con un corso di 6-8 ore totali, comprensivo di una parte teorica e di una parte pratica, chiunque può imparare a utilizzare correttamente un defibrillatore semiautomatico esterno. Chi partecipa a questi corsi (corsi di formazione BLS-D, Basic Life Support and Defibrillation), e quindi ottiene il patentino per il defibrillatore, fra l’altro, riceve istruzioni anche su come provvedere alla rianimazione cardiopolmonare, procedura complementare alla defibrillazione.

Quando si usa il defibrillatore

La defibrillazione precoce e la rianimazione cardiopolmonare (RCP) sono due procedure mediche che possono salvare la vita di chi è vittima di un arresto cardiaco.

Una persona che perde conoscenza, che non risponde e che non respira, potrebbe essere stata colpita da un arresto cardiaco. Quando il cuore non pompa il sangue in maniera adeguata, e quindi in maniera efficace, i tessuti non ricevono ossigeno a sufficienza e vanno incontro a danni (talvolta anche irreversibili) che possono portare rapidamente alla morte. Se una persona in queste condizioni viene soccorsa tempestivamente (cioè entro 3-5 minuti dall’evento) mediante opportune manovre di rianimazione cardiopolmonare e mediante l’utilizzo di un defibrillatore DAE, le possibilità di sopravvivere raddoppiano o, addirittura, triplicano. Certo, ci vuole, oltre al massaggio cardiaco, un defibrillatore DAE a portata di mano.
Ogni anno circa 60.000 persone in Italia e 400.000 in Europa vengono colpite da arresto cardiaco improvviso e nel 70% dei casi ciò avviene in presenza di testimoni. Ma solo nel 15% dei casi i presenti iniziano subito le manovre di rianimazione cardiopolmonare e solo 1 su 100 utilizza un defibrillatore automatico o semiautomatico esterno. Se questa percentuale aumentasse, si potrebbero salvare migliaia di vite ogni anno.

Pertanto, concludendo, in caso di arresto cardiaco è fondamentale chiamare prima di tutto il 112 e iniziare subito le manovre di rianimazione cardiopolmonare. Ma soprattutto, non appena lo si ha a disposizione, è di vitale importanza utilizzare un defibrillatore, l’unico strumento in grado di far ripartire il cuore.

E’ PERICOLOSO USARE UN DEFIBRILLATORE?

omino-perplesso - Defibrillatori Lombardia

Se non si è mai usato un defibrillatore e non si è mai seguito un corso BLSD si potrebbe essere preoccupati nell’utilizzarlo per la prima volta e ci si potrebbe domandare se il defibrillatore possa essere pericoloso per il soccorritore o per la vittima di arresto cardiaco.

Se stai per acquistare un defibrillatore ti starai sicuramente ponendo molte domande: sono obbligato ad acquistare un defibrillatore? Quanto costa il defibrillatore? Ma una domanda che si pongono tutti è: “È pericoloso usare un defibrillatore?”

Prima di affrontare il discorso sulla pericolosità di un defibrillatore, ribadiamo che il defibrillatore è un dispositivo salvavita in grado di riconoscere in maniera del tutto autonoma un’alterazione del ritmo della frequenza cardiaca e di erogare – solo se necessaria – una scarica elettrica diretta al cuore, azzerandone il battito e successivamente ristabilendone il ritmo. Ed è proprio l’erogazione di una scarica elettrica a porre alcuni dubbi a chi utilizza il defibrillatore, primo fra tutti, se il defibrillatore può far del male al soccorritore o alla vittima.

Un Defibrillatore Può Essere Pericoloso per il Soccorritore?

Probabilmente ti stai chiedendo se potresti rimanere ferito nell’usare un defibrillatore per salvare una vita. Se ad esempio non hai mai frequentato un corso BLSD, potresti non sapere quando è sicuro praticare il massaggio cardiaco e quando invece non toccare la vittima. Le tue domande e le tue paure sono assolutamente legittime. Se il tuo timore è di rimanere folgorato o ferito nel momento della scarica, puoi stare tranquillo, i dati di sicurezza riguardanti tali dispositivi sono considerati ampiamente accettabili.

L’elettricità viene ora erogata utilizzando appositi elettrodi aderenti che forniscono energia direttamente al torace, evitando in questo modo la dispersione di elettricità nelle aree circostanti, e riducendo notevolmente la possibilità di scosse accidentali. 

Quando si scarica è molto importante fare sicurezza per sè e per le persone intorno, non tanto perchè toccando la vittima nel momento della scarica si può rimanere folgorati ma per prevenire la dispersione della scarica stessa, rendendo quest’ultima inefficace.

Posso Fare del Male se Uso il Defibrillatore?

Ora che abbiamo chiarito l’affidabilità del defibrillatore e il rischio praticamente nullo che presenta per chi lo utilizza, probabilmente ti starai chiedendo se puoi far male alla vittima in arresto cardiaco. Prima di rispondere a questa domanda, prova a pensare che la persona si trova in una situazione di rischio estremo, perché il suo cuore ha smesso di battere e se non defibrillato entro pochi minuti (i tempi medi di arrivo di un’ambulanza sono nella maggior parte dei casi troppo lunghi per arrivare in tempo) va incontro a morte certa. Solo l’utilizzo tempestivo di un defibrillatore può salvare una vittima di arresto cardiaco. Se quindi ti stai chiedendo se puoi far del male usando un defibrillatore su una persona in arresto cardiaco la risposta è quindi NO, in quanto la situazione è già la peggiore possibile e il tuo intervento con un defibrillatore può solo fare del bene. 

Posso defibrillare una persona che non è in arresto cardiaco?

E se invece si utilizza il defibrillatore su una persona non in arresto cardiaco? Una persona a terra non è necessariamente in arresto cardiaco. Potrebbe semplicemente essere svenuta, ma avere un cuore perfettamente funzionante. Ma cosa succede se nella concitazione del momento temi il peggio e attacchi il defibrillatore su una persona non in arresto cardiaco? Potresti peggiorare le cose scioccando il cuore di qualcuno che non ne ha bisogno? Anche qui la risposta è NO, con i defibrillatori semiautomatici e automatici è impossibile dare una scossa a un cuore non in arresto cardiaco. Un defibrillatore emette uno shock solo se dopo l’analisi del ritmo cardiaco rileva un ritmo defibrillabile. I defibrillatori hanno algoritmi sofisticati che permettono di erogare uno shock solo su un paziente che ne ha bisogno; se il cuore batte normalmente, semplicemente il defibrillatore non consentirà uno shock. Anche se si tenta di premere il pulsante di scarica o qualcuno ha premuto accidentalmente il pulsante di scarica, non si erogherà una scarica al paziente.